Il mito di Ophelia

immagine dipinto di ophelia di steven graber

Steven Graber - Ophelia

W. Shakespeare - Amleto atto IV, scena VII

REGINA
Una disgrazia incalza alle calcagna
un'altra, tanto presto si succedono.
Laerte, tua sorella s'è annegata.

LAERTE
Annegata! Ah, dove?

REGINA
C'è un salice che cresce di traverso
ad un ruscello e specchia le sue foglie
nella vitrea corrente; qui ella venne,
il capo adorno di strane ghirlande
di ranuncoli, ortiche, margherite
e di quei lunghi fiori color porpora
che i licenziosi poeti bucolici
designano con più corrivo nome
ma che le nostre ritrose fanciulle
chiaman "dita di morto"; ella lassù,
mentre si arrampicava per appendere
l'erboree sue ghirlande ai rami penduli,
un ramo, invidioso, s'è spezzato
e gli erbosi trofei ed ella stessa
sono caduti nel piangente fiume.
Le sue vesti, gonfiandosi sull'acqua,
l'han sostenuta per un poco a galla,
nel mentre ch'ella, come una sirena,
cantava spunti d'antiche canzoni,
come incosciente della sua sciagura
o come una creatura d'altro regno
e familiare con quell'elemento.
Ma non per molto, perché le sue vesti
appesantite dall'acqua assorbita,
trascinaron la misera dal letto
del suo canto ad una fangosa morte.

immagine de dipinto ophelia di j,r,millais

OFELIA (1852)
John Everett Millais (1829 - 1896)
Pittore inglese
Tate Gallery of London
XIX secolo
Olio su tela cm. 76 x 112

Ofelia

15 maggio 1870
I
Sull'acqua calma e nera, dove dormono le stelle,
come un gran giglio ondeggia la bianca Ofelia,
ondeggia lentamente, stesa fra i lunghi veli...
- Dalle selve lontane s'odono grida di caccia.
Son più di mille anni che la triste Ofelia
passa, bianco fantasma, sul lungo fiume nero.
Son più di mille anni che la sua dolce follia
mormora una romanza alla brezza della sera.

Il vento bacia i suoi seni e dischiude a corolla
i grandi veli cullati mollemente dalle acque;
I salici frusciando piangono sulla sua spalla,
sull'ampia fronte sognante si chinano le canne.
Le ninfee sfiorate le sospirano intorno,
ella risveglia a volte, nel sonno di un ontano,
un nido da cui sfugge un piccolo fremer d'ali:
- un canto misterioso scende dagli astri d'oro.
II
O pallida Ofelia, bella come la neve!
Tu moristi fanciulla, da un fiume rapita!
- I venti che precipitano dai monti di Norvegia
ti avevano parlato dell'aspra libertà;
e un soffio, sconvolgendo le tue folte chiome,
all'animo sognante portava strani fruscii;
il tuo cuore ascoltava il canto della Natura
nei gemiti delle fronde, nei sospiri delle notti;
l'urlo dei mari in furia, come un immenso rantolo,
spezzava il tuo seno acerbo, troppo dolce ed umano;
ed un mattin d'aprile, un bel cavaliere pallido,
un povero folle si sedette muto ai tuoi ginocchi!
Cielo! Amore! Libertà! Qual sogno, mia povera folle!
Tu ti scioglievi a lui come la neve al sole:
le tue grandi visioni ti strozzavan la parola
- e l'Infinito tremendo smarrì il tuo sguardo azzurro!
III
Ed il poeta dice che ai raggi delle stelle
vieni a cercar, di notte, i fiori che cogliesti;
e d'aver visto sull'acqua, distesa fra i lunghi veli
la bianca Ofelia ondeggiare come un gran giglio.

Arthur Rimbaud

immagine del dipinto ophelia di delacroix

La morte di Ophelia di Eugene Delacroix

desolation row

"...Now Ophelia, she's 'neath the window
For her I feel so afraid
On her twenty-second birthday
She already is an old maid

To her, death is quite romantic
She wears an iron vest
Her profession's her religion
Her sin is her lifelessness
And though her eyes are fixed upon
Noah's great rainbow
She spends her time peeking
Into Desolation Row..."

( Bob Dylan - Desolation row)

dipinto Ophelia

Ophelia - John William Waterhouse, 1889

Ophelia

Quando la sera colora di stanco
dorato tramonto le torri di guardia
la piccola Ophelia vestita di bianco
va incontro alla notte dolcissima e scalza


Nelle sue mani ghirlande di fiori
e nei suoi capelli riflessi di sogni,
nei suoi pensieri mille colori
di vita e di morte, di veglia e di sonno.


Ophelia, che cosa senti quando la voce dagli spalti
ti annuncia che è l'ora già e il giorno piano muore
Ophelia che vedi dentro al verde dell'acqua del fossato
nei guizzi che la trota fa cambiando di colore


Perché hai indossato la veste più pura,
perché hai disciolto i tuoi biondi capelli?
Corri allo sposo, hai forse paura
che li trovasse non lunghi, non belli?


Quali parole son sulle tue labbra,
chi fu il poeta o quale poesia?
Lo sa il falcone nei suoi larghi cerchi
o lo sa sol la tua dolce pazzia?


Ophelia, la seta e le ombre nere ti avvolgono leggere
ma dormi ormai e sentirai cadenze di liuto
Ophelia non puoi sapere quante vicende ha visto il mondo
ma forse sai e lo dirai con magiche parole


Ophelia le tue parole al vento si perdono nel tempo
ma chi vorra le troverà in tintinnii corrosi
Ophelia, lalalalalalala.....

Francesco Guccini

dipinto ophelia di artur hughes

Ophelia - Arthur Hughes, c. 1863-64