Ode all'edificio - Pablo Neruda

Ode all'edificio

Torna, in quest'altra poesia di Neruda, a presentarsi l'uomo come protagonista, come costruttore. Nel corso della sua lunga vita sulla terra, ha costruito abitazioni di varia natura,palazzi, monumenti. Ha elevato la Grande Muraglia, come le Piramidi d'Egitto. Ha dato equilibrio e proporzioni a " materiali scontrosi ", ha modellato la materia secondo il suo gusto e il suo volere. Ma per far questo ha dovuto razionalmente istituire un sistema di collaborazione, che lo ha portato a superare " il suo vano orgoglio " di individuo, il suo individualismo, ed a riconoscere l'utilità degli altri. È forse maturo il tempo - dice il poeta - in cui gli uomini si riconosceranno veramente fratelli e daranno vita ad un altro ideale edificio: la loro civile convivenza.

METRO: versi liberi.

Scavando
in un luogo,
picchiando
su una punta,
allargando e rifinendo
s'innalza la vampa costruita,
l'edificata altura
che è cresciuta
per l'uomo.

Oh gioia
dell'equilibrio e delle proporzioni.
Oh peso ricavato
da materiali scontrosi,
evoluzione dalla mota
alle colonne,
splendore di ventaglio
nelle scalinate.
Da quanti luoghi
disseminati nella geografia
qui sotto la luce è venuta a elevarsi
l'unità trionfatrice !
La roccia ha fatto a pezzi il suo potere,
s'è affilato l'acciaio, ed è venuto il rame,
a mischiare la sua salute al legno,
e questo, giunto da poco dai boschi,
ha indurito la sua gravida fragranza.

Cemento, fratello oscuro,
la tua pasta li riunisce,
la tua sabbia sparsa
comprime, avvolge, innalza
vincendo piano su piano.
L'uomo, piccolinoj
trapana,
sale e scende.
Dov'è l'individuo ?
È un martello, un colpo
d'acciaio sull'acciaio,
un punto del sistema
e la sua ragione s'assomma
allo spazio che cresce.
Ha dovuto lasciare spente
le piccole superbie
e alzare con gli uomini una cupola,
erigere fra tutti
l'ordine
e spartire la semplicità metallica
delle inesorabili strutture. Eppure
tutto esce dall'uomo. Al suo richiamo
accorrono pietre e s'alzano muri,
entra la luce nelle stanze,
lo spazio si ritaglia e si spartisce.

L'uomo
separerà la luce dalle tenebre
e cosi
come ha vinto il suo vano orgoglio
e ha instaurato il suo sistema
perché sorgesse l'edificio,
continuerà a costruire
la rosa collettiva,
raccoglierà sulla terra
il materiale scontroso della felicità
e con ragione e acciaio
sorgerà lentamente
l'edificio di tutti gli uomini.

Pablo Neruda