Samir
I chilometri corrono sotto di noi,tra le ruote e l'asfalto,il
tempo invece sembra non passare mai,sono solo le cinque di mattina ed è
già un'ora che siamo partiti.Dal tuo finestrino si vede il
mare,riflessi d'argento intessuti da fili di stelle,corre anche lui,dietro
a noi,quasi a volerci fermare,a volerci parlare,invano.Dal mio lato di vetro
le colline giocano con il cielo in un eterno corri e fuggi,a guardarle da
una prospettiva un po' più bassa,si direbbe quasi un videogioco,il
verde che mangia il blu scuro del cielo che si ritira per poi contrattaccare…ma
tutto questo lo vediamo senza dare il giusto valore allo spettacolo,abbiamo
gli occhi incollati alle luci delle gallerie,all'ipnotica striscia
bianca davanti a noi.Il sottofondo musicale varia dai Pokemon alla canzone
della sigla di Yu-gi-Ho!,da Lupin 3 ad Hamtaro,speravo che ti piacessero
e in effetti da quando ho acceso l'autoradio hai il viso più
disteso,quasi più rilassato,le mani si sono schiuse dalla loro stretta
e gli occhi si sono un po' bagnati come un fiore con la rugiada mattutina,amara,troppo
amara per cadere da occhi cosi giovani.Sistemo lo specchietto retrovisore
e di sfuggita ti guardo,mi chiedo il perché di tutta questa situazione
e in un istante ti volti verso di me e con una voce emozionata e impaurita
mi chiedi:
“Perché sei triste?”…
Non so proprio cosa risponderti,in questo momento tutte le paure,paranoie,dubbi
e problemi che mi vengono in mente mi sembrano talmente sciocchi e stupidi
da farmi vergognare.
“Non sono triste,forse sono un po' stanco,in fondo ci siamo
svegliati presto per partire!”
Il mio viso è tirato,quasi a voler nascondere una bugia,una piccola
bugia,ma tanto so che chiunque può leggermela in viso,e allora canto…comincio
a cantare la sigla di Lupin,ad alta voce fino a che non sento la tua,più
alta della mia,che riempe la macchina e poi tutti e due in una fragorosa
risata.
Se solo fosse un altro il motivo del nostro viaggio,sono sicuro che ci divertiremmo
tanto,la tua pelle color cacao,i tuoi occhi neri come la notte,le tue mani
cosi piccole eppure cosi stanche di combattere,tutto di te mi dice che avresti
proprio bisogno di un po' di divertimento,Suor Anna dice che appena
arriviamo a Verona un'assistente sociale ci aspetta nell'istituto
che ti dovrebbe accogliere,una nuova famiglia per un bimbo di 7 anni che
una famiglia l'aveva già…non so se sia giusto o meno…non
so.Complici le luci delle gallerie e un rettilineo infinito la mia mente
torna al giorno prima,…a suor Anna.
“Vedi HL-,questo piccolo è il bimbo di cui ti parlavo,lo stesso
che è finito suo malgrado sul giornale di lunedì,ti ricordi?”
Mi ricordavo benissimo la notizia,mi aveva fatto arrabbiare molto,la ricordavo,ricordavo
il titolo sul quotidiano locale- Abbandona il figlio in macchina per comprarsi
una dose di eroina,arrestata dai carabinieri-Ricordavo bene,l'articolo
spiegava che la donna si era allontanata dalla macchina mentre il bimbo
dormiva e che lo aveva lasciato di notte nel quartiere popolare della città,per
correre a comprarsi una dose di eroina…Il bambino poi si era svegliato
e aveva corso in lungo e in largo cercando sua madre ma poi esausto e impaurito
si era lasciato cadere al suolo piangendo disperato,proprio in quel momento
passava una pantera della polizia e il resto è solo tristezza…”Dovresti
accompagnarlo tu a Verona nell'istituto che lo accoglierà sino
all'arrivo dei suoi parenti più prossimi,vorrei davvero che
lo accompagnassi tu,anche se è un po' che non ti fai vedere
qua all'orfanotrofio,questo è un favore che mi devi fare e
che farà bene tanto a lui,quanto a te!”
Ed eccoci qui,nella stessa macchina per un viaggio che forse nessuno dei
due avrebbe voluto fare.
“Tu non hai fame?”una frase volata sottile e a bassa voce tra
le note della musica…e mi guardi mentre me lo ripeti,lasciandomi con
il cuore in pezzi a causa di un'emozione che non conosco:
“Se me lo chiedi con la voce come la pubblicità dei sofficini,ci
fermiamo al volo,eh Samir?”
Ancora risate in quella macchina che piano piano stava diventando una sorta
di cavallo fiero e forte cavalcato da due piccoli,piccoli uomini. AutoGrill.
Forse questa è la cosa che più mi piace dei viaggi in macchina…le
colazioni all'autogrill.Entriamo e facciamo la coda alla cassa,prendiamo
delle gomme da masticare e ordiniamo…Ora tutto sembra una gita di
piacere,ma i sorrisi e le risa davanti a cappuccino e croissant non fanno
dimenticare le valige e gli zaini con la tua roba stipata nel portabagagli…Parliamo
di tutto e di più e scopro cose di te che non avrei nemmeno immaginato
ma in fondo si può essere maturi anche a sette anni.Il viaggio è
ripreso e con lui anche i nostri pensieri,le battute hanno lasciato il posto
al silenzio,opprimente come la realtà di tutti i giorni,fino a quel
punto,in quel viadotto,la tua voce e la tua domanda,per me un tuffo nel
cuore.
“Suor Anna è stata gentile a farmi accompagnare in macchina,mi
sarebbero venuti a prendere i nonni,ma lei ha insistito che mi accompagnassi
tu,perché?”…
Era la domanda che mi stavo facendo da quando Suor Anna mi aveva chiamato
quella sera,e non avevo ancora una risposta.”Suor Anna dice che sei
stato anche tu all'istituto,dice anche che una volta eri di casa da
loro,dice che giocavi con i bambini,che raccontavi loro le favole,che aiutavi
le sorelle a trovare gente che facesse lavori all'istituto a prezzi
convenienti,dice anche che tutti ti vogliono molto bene là…dice
che manchi a tutti.Sai io sono stato spesso da loro,ogni volta che mia mamma
partiva per stare con qualcuno,venivano delle persone che mi portavano li,l'ultima
volta ci sono restato due mesi…ma non ti ho mai visto…Ho visto
anche delle foto con i bambini vestiti da carnevale e con te che facevi
babbo natale,ho visto tante cose…mi sarebbe piaciuto rimanere ancora
li fino a che mia mamma non sarebbe stata meglio…mi hanno detto che
ora è in ospedale e non posso andarla a trovare e tutto per colpa
mia,se avessi aspettato in macchina,la mamma sarebbe tornata a prendermi
e io sarei ancora con lei…tutta colpa mia…”
Con gli occhi annegati dalle lacrime tentai di schiarirmi la voce prima
di parlare…
“Non credo che sia colpa tua Samir, c'e'stato un tempo
nel quale anche io rimanevo notti intere in macchina ad aspettare che mia
madre finisse di giocarsi i soldi a poker,giocava tutto,tutto quello che
aveva…con il tempo ha giocato sul tavolo verde anche l'amore
dei figli e la sua dignità di madre…e ha perso.Ho pensato per
anni che fosse colpa mia,ho pensato per anni che se le fossi stato vicino,in
silenzio aspettando che lei finisse di giocare,forse lei sarebbe guarita…ho
aspettato per anni…Forse se avesse capito prima cosa avrebbe perso
continuando a giocare…forse…”
Il viaggio prosegui ancora…capimmo molte cose l'uno dell'altro…ma
come ogni viaggio inizia…cosi deve finire…forse ho imparato
che puoi fuggire da tutti e da tutto,nascondendo il proprio animo agli altri
e chiudendolo in una parte lontana del proprio cuore…ma forse e solo
forse,condividendo con altri,quello che si ha dentro…ci si può
aiutare a vicenda…e un giorno,nel nostro lungo viaggio,potremmo scoprire
di non essere soli.
Ti voglio bene,Samir
HL-