Al mio amico L.

La pazzia sta in agguato dietro agli occhi, e in effetti lo sguardo è la prima stranezza che si nota. Annacquato dai farmaci e da ricordi che non sempre vale la pena ricordare. Quasi mai, ad essere pignoli. E gli occhi spesso sono sgranati, spalancati più che si può per cercare di vederci chiaro. Altre volte invece sono fessure per far entrare solo il poco che serve per non morire.
Il comportamento è bizzarro, quasi indifferente al mondo, o almeno così sembra; in realtà il mondo è una vera dannazione, per i matti. Perché non lo capiscono.
Altre volte il comportamento non lascia trapelare nulla, e bisogna addentrarsi nel fango. Perché la pazzia non solo sa di uova marce, ma è anche fango di palude che invischia e rallenta il passo.
Se si arriva alle parole dei matti, allora è più facile riconoscerli, perché i loro discorsi scivolano, ad un certo punto. Fanno curve impensabili, poi tornano su se stessi. I matti ridondano come ciottoli su una riva.
Se poi si arriva ai pensieri dei matti, insomma, per quei temerari che vogliono arrivarci, allora bisogna avere una buona attrezzatura. Non si esplorano grotte, o crepacci, senza una buona attrezzatura. Sempre se si vuole esser certi di tornare indietro. Più o meno certi.
Ad ogni modo, per i matti che sono riconosciuti matti, alla fine non è così difficile, distinguerli.
Altra cosa è parlare di chi viaggia sul crinale, di quei funamboli della salute mentale di cui è pieno il mondo, e che non sai se e quando perderanno l'equilibrio. Oppure nemmeno te ne accorgi, che camminano su un filo. In realtà tra pazzia e normalità (qualunque cosa vogliamo intendere con queste parole) non c'è mica un confine preciso, un ponte da attraversare, una dogana, o che so io. Succede così, che si passa in silenzio, perché è così che accade, la pazzia arriva strisciando dentro, e si insedia senza far rumore.

E così è arrivata per te. Nessuno l'avrebbe detto mai, guardandoti suonare la chitarra a quel modo, e cantare…nessuno l'avrebbe detto mai, vedendoti con i bambini, a scuola…nessuno l'avrebbe detto mai, osservandoti giocare con tuo figlio. E in punta di piedi hai aperto il gas, sperando di addormentarti nel silenzio del tuo deserto. Ma io, che mi sento così nuda di fronte a te, oggi, sono contenta che tu sia ancora vivo.

Ondeggio

Lontano dal mondo
lontano dal mare
un pesce fuor d'acqua
boccheggio.
L'ormeggio si sfila
e la barca ondeggia
ondeggia il respiro nel petto
mi aspetto qualcosa che non so.

Domani verranno a prendermi
col sorriso costretto dal camice
e il rimedio ristretto in gocce.
Sciolgo i lacci
in questo gas più amaro del fiele
più dolce della voce che mi nega mio figlio.

Te la leggo negli occhi
feroce
la paura del contagio
il disagio che ti attanaglia
di aver annaspato per anni
nella mia malcelata follia.

dueanime