Quelli come te
erigono cinte murarie
spesse come la paura
dentro, celata,
la loro città antica
abbarbicata d'edera e silenzi.
Giravolte di strade vuote
a risuonare il passo
quando sei solo
e contempli la fortificazione.
Quelli come te
non hanno troppi sguardi
né riguardi
per questa architettura fragile
registrano le crepe quasi a caso
non sanno dei pozzi
all'ombra dei cortili
né dell'eco sotto le arcate
o delle segrete
gremite di peccati.
Trovata una breccia occasionale
t'osservo mentre vaghi
mi faccio gorgoglio di fontana
nella tua piazza principale.