Canzone Minore - Federico Garcia Lorca

Canzone Minore

Le ali dell'usignolo
hanno gocce di rugiada,
gocce chiare della luna
bloccate dall'illusione.
Il marmo della fonte
ha il bacio dello zampillo,
sogno di stelle umili.
Le bambine dei giardini
mi dicono tutte addio
quando passo. Anche le campane
mi dicono addio.
E gli alberi si baciano
nel crepuscolo. Io
piango per la strada,
grottesco e senza soluzione,
con tristezza da Cyrano
e don Chisciotte, redentore
di impossibili infiniti
col ritmo dell'orologio.
E vedo appassire i gigli
al contatto della mia voce
macchiata di luce sanguinante
e nella mia lirica canzone
vesto abiti da pagliaccio
infarinato. L'amore
bello e pulito si è nascosto
sotto un ragno. Il sole
come un altro ragno mi nasconde
con le sue zampe d'oro.
Non sarò mai felice
perché sono come l'Amore
che ha le frecce di pianto
e la sua faretra è il cuore.
Darò tutto agli altri
e piangerò la mia passione
come un bambino abbandonato
in un racconto che s'è sbiadito

(Granada, dicembre 1918)

Federico Garcia Lorca